sabato 7 aprile 2012

Parlo del desiderio fisico che annebbia la vista e interrompe il respiro al solo guardare la creatura amata.
Del brivido che ti intirizzisce e ti scioglie al solo sfiorargli la mano, una guancia, sicché tutto in lui diventa unico e insostenibile, perfino l'odore del suo respiro, il sudore della sua pelle, i suoi stessi difetti, che anziché difetti ti sembrano qualità deliziose.
Hai bisogno di lui come dell'aria, dell'acqua, del cibo, e in tale schiavitù muori di mille morti, ma sempre per resuscitare ed essergli schiava di nuovo.
Parlo del dolore che svuota le vene all'idea che l'essere amato penetri un corpo altrui, il dolore che piega le gambe, toglie il sonno, avvelena l'intelligenza con mille interrogativi.....

Nessun commento:

Posta un commento